Come sai se passi un tempo di qualità con tuo figlio

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È vero che dovendo scegliere se passare tempo in quantità o tempo di qualità con i bambini, è preferibile passare un tempo di qualità? Oggi scopriamo cosa significa la qualità nella relazione tra genitori e bambini.

Ti chiedi mai se passi abbastanza tempo con tuo figlio?

O ancora, hai mai ascoltato qualcuno rimproverare una mamma, magari è successo proprio a te, di passare troppo tempo con il suo bambino?

Questo è un dibattito quanto mai acceso, perché in entrambe le direzioni, si suggerisce che tu sia un genitore inadeguato per tuo figlio, dedicandogli poche attenzioni oppure togliendogli l’opportunità di fare esperienze in autonomia.

Da queste polarità – troppo contro poco – è scaturito, negli anni, un concetto piuttosto vago di “tempo di qualità”.

Cosa vuol dire, esattamente, qualità?

Sceglierò, per condividerne la definizione, l’accezione riferita a cose, oggetti, e situazioni della Treccani:

Qualità s. f. [dal lat. qualĭtas –atis, der. di qualis «quale» secondo il modello del gr. ποιότης «qualità» da ποῖος «quale»]

Riferito a cose, oggetti e situazioni: qualità di una mercedi un prodottodi un materiale, e assol., con valore positivo, un tessutoun vinoun marmo di q., di alto pregio; un tipo di lavoro per cui conta più la qche la quantitàconsiderata la qdel vivere e de’ costumi di Toscana (Boccaccio); la qualità della vita, espressione recente con cui viene indicato il livello di benessere, anche psicologico, dei cittadini che la società deve tendere a realizzare con le condizioni economiche e di lavoro, ambientali, di relazioni sociali, con la prevenzione delle malattie fisiche e mentali.

 

Da questa definizione, piuttosto generica, che si riferisce anche al livello di benessere delle persone, posso chiederti ancora: come definisci cosa è benessere per tuo figlio? E in che modo, questo benessere, va a intessere una relazione migliore con lui, mantenendo anche alta la tua percezione di soddisfazione nel tempo trascorso insieme?

Perché sai, non saresti il primo genitore che mi racconta che, al termine di una giornata di “tempo dedicato e di qualità”, magari dopo una gita al parco divertimenti o in un’altra attività appositamente scelta per i bambini, poi si è ritrovato stressato e nervoso all’ennesima richiesta dei figli.

 

Cosa vuol dire “qualità” per la relazione genitori-figli

 

Spesso nelle conversazioni tra genitori, o tra adulti, ci si conferma a vicenda una opinione diffusa: dovendo scegliere se passare tempo in quantità o tempo di qualità con i bambini, è preferibile passare un tempo di qualità.

 

Ti sei mai chiesta questa qualità, per chi sia effettivamente percepita come tale? Si tratta di qualità dal tuo punto di vista, o da quello del bambino?

 

Quando procediamo con questo ragionamento su come valutare se il tempo trascorso insieme sia di qualità e per chi lo sia effettivamente, corriamo un grosso rischio:

 

Il rischio di portare questo tempo insieme ai bambini su un piano legato alla prestazione, più che alla relazione.

 

Vera, cosa intendi?

 

Te lo spiego subito, con un esempio. Pensa a un viaggio che fai con una persona a cui vuoi bene, con un’amica o con la tua famiglia. Un viaggio può essere considerato tempo condiviso caratterizzato da momenti in cui visiterete siti archeologici o turistici di vostro interesse, e da altri momenti di transizione, come ad esempio gli spostamenti con i vari mezzi, auto, aereo, metropolitana, l’attesa al ristorante per mangiare, il riposo dopo la doccia e prima di uscire…

Immagine di mamma e figlia che aspettano un aereo. Scritta: attendere un aereo è tempo di qualità?

Questo secondo tipo di momenti, come lo definiresti? Si tratta di tempo di qualità oppure no?

 

Queste condivisioni nelle transizioni tra un’attività organizzata, e desiderata, e un’altra attività, sono momenti in cui potreste essere ciascuno perso nei propri pensieri, magari guardando fuori dall’auto, o sbirciando il cellulare, o leggendo un libro o ancora scrivendo un diario. Si tratta di momenti in cui forse chiacchieri del più e del meno senza cercare di dare il massimo di te e in cui puoi mostrare parti più vulnerabili e sempre più autentiche.

 

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Posso definirli come momenti di connessione che arricchiscono la relazione senza richiederti nessuna prestazione prestabilita.

 

È per questo che nelle relazioni, inclusa quella tra genitori e figli, non possiamo scindere completamente il tempo di qualità dalla quantità di tempo trascorsa insieme: la quantità di tempo fa la differenza.

 

Perché sospendere le giustificazioni

Spesso ascolto gli esperti consigliare ai genitori di non preoccuparsi di passare poco tempo con i figli, e di rendere piuttosto, quel tempo, un tempo di qualità.

 

Vengono così suggerite attività emotivamente più intense, a volte particolarmente eccitanti, come caccie al tesori, parchi divertimento, battaglie laser, e varie.

 

Ciascuna di queste attività può andare bene, e con ogni probabilità troverà il divertimento dei bambini, se il loro interesse e loro indole viene considerata prima di decidere l’attività. Al tempo stesso, sentire di dover colmare una mancanza può generare la frenesia di esagerare con la scelta di queste attività più intense e contribuire a generare frustrazione nel genitore che sopravvaluta il proprio interesse in questi eventi e magari anche le proprie energie.

 

Del resto, immagini di ascoltare frasi al contrario, rispetto al suggerimento di passare tempo di qualità con i bambini? Ad esempio, come interpreteresti un’affermazione come: “Non mi filo proprio i miei figli quando siamo insieme, ma almeno trascorro con loro tantissimo tempo!”.

 

Non ha senso, vero? Pare una giustificazione, un’arrampicata sugli specchi per rivalutare l’immagine che si ha di se stessi.

Se rileggi la frase speculare, che più spesso si ascolta ripetere dai genitori, ha la stessa valenza di giustificazione: “Passo poco tempo con i miei figli, ma quando sono con loro è tempo di qualità”.

 

Sei sicura di passare poco tempo con i tuoi figli?

 

Secondo i dati raccolti sul sito Our World in Data, il Nostro Mondo in Dati, in Italia le madri passano in media ogni giorno circa 150 minuti con i propri figli, e padri circa 80 minuti. Se fai i tuoi calcoli in base alla tua giornata tipo, noterai che tra il momento del risveglio, la colazione, il viaggio verso la scuola, e successivamente il tempo che trascorri da quando vi re-incontrate e il momento in cui poi vanno a dormire, potresti notare che vai ben oltre questa media. Senza contare i weekend!

Dunque, cosa intendi quando dici di passare “poco tempo” con loro? Che forse vorresti passarne di più? O che magari immagini che loro avrebbero bisogno di più tempo? O che quando stai con loro mentre vi preparate la mattina, non vale come tempo passato insieme?

 

In quest’ottica, stare con i tuoi figli può sembrarti un dovere da assolvere, un tempo extra oltre a tutti i preparativi, un obbligo a cui come mamma non puoi sottrarti.

 

Recuperare il piacere di stare insieme

Il piacere puro di godersi la vita viene penalizzato da una pessima reputazione legata alla sregolatezza. Come se dovessi scegliere tra gustarti la vita e avere una disciplina che ti consenta di regolarla e portare avanti la quotidianità.

 

Occorre lasciare spazio alla spontaneità, e dunque posare certamente cellulari e distrazioni, concedendoti di sospendere una efficienza nel condividere tempo e spazio.

Poiché la connessione profonda nelle relazioni non è immediata, non è possibile innescarla dal primo momento in cui ci si ritrova. In questa costruzione della connessione, la quantità di tempo trascorsa insieme può aiutare, altrimenti rischi di ritrovarti ad attivare dentro di te la modalità “animatore da villaggio turistico” che ha una finta spontaneità nella relazione con il tuo bambino.

 

Del resto, se rifletti su come si sviluppa la relazione con tuo figlio nel primo anno di vita, ma volendo avere uno sguardo più ampio anche nei primi due anni, il tempo in quantità batte di gran lunga il tempo di qualità: cambiare il pannolino, allattare il bambino, confortarlo quando piange senza che tu capisca esattamente perché, aiutarlo a prendere sonno… Questa e molte altre attività non sono esattamente considerate “di qualità”, ma creano il legame col tuo piccolo perché ti consentono di trascorrere parecchio tempo con lui.

 

Il problema della quantità di tempo, è che nelle famiglie contemporanee diventa un grande peso: la maggior parte delle famiglie con bambini piccoli vive in nuclei familiari ristretti e non gode dei privilegi di aiuti che potevano avere le famiglie degli esseri umani che vivevano in gruppi più ampi. E così, è nata la favola del tempo di qualità

 

Abbandonare l’idea del tempo di qualità

 

La prima cosa che mi viene in mente quando sento la parola “qualità” è un amico che dopo aver terminato la laurea in ingegneria gestionale, cominciò a lavorare nel reparto Controllo Qualità di una nota marca automobilistica: la Lamborghini. Seguiva protocolli di valutazione rigidi e oggettivi, legati alla prestazione, all’efficienza, alla funzionalità di determinati parametri che aveva necessità di verificare nel processo di produzione.

 

Secondo te, come puoi applicare questa procedura di analisi della qualità oggettiva nell’ambito delle relazioni?

 

È semplice. Non puoi! L’efficienza è legata alla prestazione, mentre le relazioni sono legate alle connessioni emotive che si creano tra le persone.

 

Cosa fare invece di focalizzarti sulla irraggiungibile qualità

Quel che può risollevarti dalla diatriba tra qualità e quantità, è cominciare a concentrarti sulla tua presenza nei momenti in cui trascorri tempo con il tuo bambino.

 

Una presenza che sia reale, emotivamente connessa al tuo piccolo. Ascolti te stessa, e ti metti in connessione con il bambino. Puoi osservare questi semplici passi:

 

  1. Osserva cosa fa il tuo bambino quando vi ricongiungete, se sta giocando liberamente evita di imporre la tua partecipazione al gioco, e rimani disponibile;
  2. Abbassati fisicamente alla sua altezza, piegandoti sulle ginocchia o sedendoti per terra;
  3. Guardalo negli occhi;
  4. Condividi la tua sincera emozione nel vederlo;
  5. Fai domande specifiche sulla sua giornata: chiedi con chi ha giocato, o a chi era seduto vicino mentre pranzava.

 

Da cosa senti di voler cominciare? Raccontamelo nei commenti!

 

 

Per accompagnarti nel trasformare le situazioni che portano ansia e sofferenza nella tua quotidianità con tuo figlio, Contattami qui per una consulenza gratuita di 30 minuti:

Parleremo, risponderò alle tue domande e fisseremo un appuntamento.
Scopriremo insieme il modo in cui puoi liberare il tuo potenziale.
Sono disponibile per incontrarti online e parlare di ciò che ti sta più a cuore in questo preciso momento della tua vita.

Ti sarà utile a seminare il tuo giardino per una genitorialità serena, felice e soddisfacente, nel rispetto dei tuoi bisogni e di quelli di tuo figlio.

 

A martedì prossimo!

Vera Ghirardini

 

Bibliografia

FILLIOZAT, ISABELLE, Nessun genitore è perfetto, Edizioni Piemme, Milano 2011
KABAT-ZINN, MYLA e JON, Il genitore consapevole, Edizioni Garzanti, Milano 2014
MILLER, ALICE, Il dramma del bambino dotato e la ricerca del vero sé, Edizioni Bollati Boringhieri, Torino 2018
LUMERA, DANIEL e DE VIVO, IMMACULATA, La lezione della farfalla. 7 consapevolezze per rigenerarsi e scoprire un nuovo benessere, Edizioni Mondadori, Milano 2021
POLI, ENRICA FRANCESCA, Le emozioni che curano, Edizioni Mondadori, Milano 2019

POWELL, BERT, COOPER, GLEN, HOFFMANN, KENT, MARVIN, BOB, Il circolo della sicurezza. Sostenere l’attaccamento nelle prime relazioni genitore-bambino, Edizioni Raffaello Cortina, Milano 2016

ROTH, GENEEN, When food is love. Exploring the relationship between eating and Intimacy, Penguin Group, New York 1992
SIEGEL, DANIEL, PAYNE BRYSON, TINA, 12 Strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino. Una guida pratica con esercizi, schede e giochi, Edizioni Raffaello Cortina, Milano 2021
VITALE, SIMONA, Femminilità e abbondanza, Edizioni Amazon 2019
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Vera Ghirardini

Ciao! Sono Vera Ghirardini, consulente genitoriale. Aiuto i genitori che si chiedono dove stanno sbagliando, a vivere con leggerezza e armonia, nel rispetto dei propri bisogni e di quelli dei propri figli
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