Come sai se tuo figlio passa troppo tempo in braccio

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Conosci il detto: “I figli si baciano quando dormono”?

Si tratta di un modo per farti notare come il contatto fisico col bambino, e le manifestazioni di affetto, devono essere limitate e non percepite dai bambini. Ma quanta verità c’è, sui benefici a riguardo?

Quando i bambini sono piccoli, capita spesso di fare incontri con zelanti sconosciuti, o preoccupati conoscenti, che ti ammoniscono di quanto sia dannoso tenere in braccio tuo figlio.

Attenta, che poi è difficile farli scendere!

Non so perché, ma di solito ad essere apostrofate così, sono (quasi?) sempre le mamme. Di norma ai papà viene chiesto se vogliono fare i “mammi”. Ma non voglio divagare, ché solo a questo proposito ci si possono scrivere tomi interi.

Tornando ai neonati che starebbero sempre in braccio, secondo questi commenti, io mi figuro sempre un quindicenne che non vuole uscire con gli amici e sta ancora in braccio a mammà.

Improbabile, che ne pensi?

Ma entriamo nel merito.

Si narra di due esperimenti, effettuati in epoche differenti, che hanno cercato di scoprire quale lingua parlassero i bambini, spontaneamente, se nessuno rivolgeva loro la parola.

  • Il primo esperimento fu richiesto da Alessandro Magno. Ordinò che bambini orfani fossero chiusi in una stanza, per essere raggiunti da balie solo al momento del nutrimento, e della pulizia.
  • L’ultimo di questi esperimenti fu invece opera di Federico di Svevia, che diede le stesse istruzioni di trattamento per i bambini.

Né Alessandro Magno, né Federico di Svevia scoprirono mai alcunché riguardo alle lingue, poiché in entrambi i casi, i bambini che loro malgrado parteciparono agli studi, morirono prima di compiere un anno.

Non ci sono dati storici certi in proposito a questi crudeli studi, tuttavia possiamo riflettere a riguardo poiché possediamo dati raccolti dall’inizio del XX secolo riguardanti la mortalità infantile.

E questi dati, ci aiuteranno a comprendere meglio cosa accade se manca il contatto nei primi fondamentali mesi di vita,e viceversa, quale valore aggiunto sia per gli esseri umani, la relazione emotiva che include i sensi ed in particolare un’esperienza tattile completa.

Nel 1915 il noto pediatra Henry Dwight Chapin fece notare come negli istituti americani ci fossero percentuali di decessi dei bambini nel secondo anno di vita particolarmente alti (tra il 32% ed il 70%). Il tema era stato discusso anche l’anno prima da Chapin ad un meeting annuale di pediatria, dove ulteriori interventi confermarono questi dati ed anzi descrissero situazioni ancor più gravi, come gli esempi di Baltimora, dove il 90% dei neonati negli orfanotrofi moriva entro il primo anno e di un istituto a Philadelphia dove la mortalità era pari addirittura al 100%

Quando al migliorare delle condizioni igienico-nutrizionali in cui versavano suddetti istituti, i tassi di mortalità non migliorarno proporzionalmente, i pediatri non poterono più collegare queste morti a motivi di malnutrizione o patologie ancora sconosciute.

I bambini non prendevano peso nemmeno ingerendo quantità e qualità di cibo che nelle case risultavano invece adeguati, mostrando al contempo bassa o assente risposta a stimoli esterni.

I bambini negli ospedali miglioravano quando ricevevano maggiori cure da parte delle infermiere, o dai genitori, e si osservò come invece in famiglie benestanti, in cui cibo e condizioni igieniche non erano certo in discussione, alcuni bambini avevano ritardi nel linguaggio e ritardi cognitivi.

Questa è una delle conseguenze della carenza di contatto fisico e di relazioni significative.

Probabilmente ti stai chiedendo cosa voglio dire. Te lo spiego subito. E per non perderti nemmeno un articolo del blog Genitori e Boccioli, iscriviti subito alla mailing list.

L’ossitocina

 

Un’adeguata e precoce stimolazione tattile durante l’infanzia consente al bambino di produrre la quantità di ossitocina necessaria alla propria crescita, un ormone che viene prodotto nell’ipotalamo.

L’effetto fondamentale dell’ossitocina, per quanto riguarda la trasformazione degli alimenti, è consentirne la trasformazione in diversi tessuti, che quindi rende l’ossitocina un ormone indispensabile in fase di crescita.

Ma i benefici dell’ossitocina non sono solo questi. Non voglio certo ridurre tutto al cibo e alla crescita cellulare.

immagine di una bambina sdraiata su un cagnone. Scritta: Anche suggestioni come questa possono far produrre ossitocina al tuo corpo!

L’ossitocina infatti è elemento centrale e portante nella crescita anche per quanto riguarda lo sviluppo dei comportamenti verso il mondo esterno:

L’ossitocina stimola infatti la curiosità verso ciò che è sconosciuto, riduce l’ansia, rallenta il battito cardiaco, riduce lo stress, alimenta l’istinto genitoriale e le interazioni sociali.

Hai letto un elenco di alcune delle magiche (si fa per dire, ma a volte lo sembrano!) proprietà dell’ossitocina. Ma questo elenco non è esaustivo!

Tuttavia, non voglio dilungarmi sugli innumerevoli benefici di questo ormone nel parto o nell’allattamento, e proseguo con i benefici del contatto.

Cosa intendi Vera, che visto che gli fa bene, dovrò tenere mio figlio addosso finché non sarà adolescente?

Ora, io di quindicenni che ancora preferiscono stare attaccati a mamma o papà ventiquattr’ore al giorno, non ne ho mai conosciuto uno.

Infatti, col tempo il bambino diventa sempre meno dipendente dalla madre per quanto riguarda il contatto fisico.

Quello che accadrà, nel tempo, è che il bambino comincerà ad alternare i momenti di vicinanza e di gioco in prossimità della madre o di altre figure di riferimento, a momenti di esplorazione e gioco in lontananza da loro.

Questi tempi, tenderanno ad aumentare in modo inversamente proporzionale: il bambino potrà sperimentare se stesso più a lungo lontano, per poi tornare ad accertarsi che il contatto con le figure di riferimento esista ancora. Questo contatto, nel tempo, potrà risultare sempre più breve, fino magari a diventare, da adulti, una chiamata, o un ritorno in famiglia durante le feste.

E quando sono piccoli, questi momenti di vicinanza saranno inevitabilmente più lunghi dei momenti di lontananza, e il contatto comincia con il cullare il bambino quando piange anche se è già stato cambiato e non ha fame.

Anche perché, se pensi a tutte le recriminazioni che i genitori facevano a te o agli amici da adolescente, non ti viene in mente il classico: “Vieni a cercarmi solo quando hai bisogno!”?

Ecco, ma che abitudine è stata data, nell’infanzia, a quell’adolescente?

Perché se lo stesso adolescente, veniva accudito solo quando aveva un bisogno fisiologico, allora poi la relazione con i genitori si svilupperà intorno all’erogazione delle risposte di bisogni fisiologici o bisogni materiali.

E tu cosa desideri per la tua famiglia? Scrivimelo nei commenti!

Per accompagnarti nel trasformare le situazioni che portano ansia e sofferenza nella tua quotidianità con tuo figlio, ho scritto un eBook:

Come smettere di ripetere sempre gli stessi errori con tuo figlio.
Ti sarà utile a seminare il tuo giardino per una genitorialità serena, felice e soddisfacente, nel rispetto dei tuoi bisogni e di quelli di tuo figlio.

 

A venerdì prossimo!
Vera

Bibliografia

JUUL, JESPER, il bambino è competente. Valori e conoscenze in famiglia, Edizioni Feltrinelli, Milano 2017

MACNAMARA, DEBORAH, Capire i piccoli. Come aiutare a crescere creature imprevedibili e meravigliose: i bambini da 0 a 6 anni, Edizioni Il leone verde, Torino 2018

MANITONQUAT, Crescere insieme nella gioia, Prendersi cura dei bambini nella via del cerchio, Edizioni Il leone verde, Torino 2014

MONTAGU, ASHLEY, Il linguaggio della pelle. Il senso del tatto nello sviluppo fisico e comportamentale del bambino, Edizioni Verdechiaro, Reggio Emilia 2017

NEUFELD, GORDON; MATÉ, GABOR, I vostri figli hanno bisogno di voi. Perché i genitori oggi contano più che mai, Edizioni Il Leone Verde, Torino 2009

UNVÄS-MOBERG, KERSTIN, Ossitocina, l’ormone dell’amore. Fonte di calma, rigenerazione e guarigione, Edizioni Il leone verde, Torino 2019

 

Sitografia

www.queryonline.it/2021/07/01/la-drammatica-storia-della-carenza-di-affetto-e-contatto-fisico-nei-bambini/

Vera Ghirardini

Ciao! Sono Vera Ghirardini, consulente genitoriale. Aiuto i genitori che si chiedono dove stanno sbagliando, a vivere con leggerezza e armonia, nel rispetto dei propri bisogni e di quelli dei propri figli
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