Non ce la faccio più! – Parte 3

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Come alleggerire te stessa e guidare tuo figlio, nei momenti in cui senti che sei arrivata al limite col tuo bambino, in un modo che rispetti i bisogni di entrambi.

 

Siamo giunti all’ultimo capitolo sul tema della saturazione emotiva, ovvero di quando vorresti improvvisamente tele-trasportarti a Honolulu, mentre tuo figlio sembra essere incomprensibilmente poco collaborativo. Trovi un approfondimento sulla differenza tra saturazione emotiva e stanchezza in questo articolo.

 

In questi momenti, con ogni probabilità vorresti fare qualcosa per aiutare il bambino, mentre contemporaneamente ti senti completamente senza energie.

 

A questo link, puoi recuperare la seconda parte della guida, e leggendo queste parole scoprirai i 3 atteggiamenti che ti fanno capire che hai raggiunto la saturazione e che stai attivando un comportamento che va a svantaggio sia tuo che di tuo figlio.

Il vero problema, in questi comportamenti che ti danneggiano quando tuo figlio non segue le tue indicazioni, o non si comporta come sperato, è che cerchi di aiutarlo mentre anche tu hai bisogno di supporto.

 

Stare vicino a te

 

Non ti è possibile stare vicina a tuo figlio se non sei, al contempo, vicina a te stessa, in altre parole se non ti prendi cura di quello che succede a te mentre il bambino prova le proprie emozioni spiacevoli, e manifesta desideri che confliggono con il raggiungimento del tuo obiettivo.

 

In questi momenti in cui ti senti satura e pensi che si risolverebbe tutto se tuo figlio facesse quel che gli chiedi, e cerchi inconsapevolmente di far in modo che cambi ciò che prova, puoi trovarti a sbottare con un: “Basta!” per fargli smettere qualsiasi cosa stia facendo o, al contrario, potresti invece a proporgli una lunga spiegazione per fargli capire che non c’è motivo di sentire quel che sente.

In questi momenti, hai bisogno di tornare a te stessa.

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Riconnetterti a te stessa

Ti chiedo di sospendere il giudizio su quella che è la tua reazione: hai sempre fatto del tuo meglio, con gli strumenti che avevi. Ho scritto più in dettaglio, in proposito, a questo link, dove puoi verificare se metti il pilota automatico con tuo figlio.

Oggi voglio condividere con te cosa puoi fare per riconnetterti con te stessa.

  • Focalizzarti su te stessa: potresti sentirti molto coinvolta, agitata rispetto all’emozione del bambino oppure molto distaccata nel caso che il tuo pensiero si trovi a vagare nelle cose da fare.
  • Accorgerti della voce che ti dice: “Finché mio figlio prova questa emozione io non sono una mamma adeguata”.

 

Questa voce è quella che ti continua a spingere per fare e strafare tutto quello che è un tuo potere per cambiare l’emozione di tuo figlio, che può andare dallo sbottare, dicendo a tuo figlio che deve smetterla, oppure a sminuire la sua reazione cercando di razionalizzarla.

Hai bisogno di focalizzarti di qualcosa che abbia a che fare con i tuoi sensi.

 

Tatto, udito, vista, olfatto, gusto.

immagine di donna che abbraccia con calore se stessa in una cucina. Scritta: io ci sono per me stessa

Puoi concentrarti per percepire il pavimento sotto i piedi, oppure ascoltare il rumore della lavastoviglie in funzione, o ancora puoi sentire il profumo della pelle del tuo bambino, se lo stai abbracciando. Anche prestare attenzione alla salivazione può aiutarti: se hai la bocca secca, puoi notare che ti senti tesa.

 

Tutti questi sforzi, di tornare ai tuoi sensi, ti aiutano a ricordarti che ti trovi nel presente, e a vivere questo momento. Se porti completamente la tua concentrazione verso ciò che accade al tuo corpo nel momento presente, allora il potere sviluppato dalla tua consapevolezza sprigionerà una felicità e una tranquillità che esistono naturalmente dentro di te.

 

Questa pratica di ascolto del corpo è il lasciapassare per percepire dove esattamente si trova la scomodità e il disagio in ciò che stai vivendo. Se ad esempio ti trovi sulla porta, pronta ad uscire mentre tuo figlio si rifiuta di seguirti, puoi accorgerti che la borsa che tieni sulle spalle ti appesantisce e non è immediatamente necessaria.

 

Posarla a terra ti consente di smettere di tendere verso l’uscita, nel tempo in cui tuo figlio a sua volta tende invece verso la permanenza in casa, e al tempo stesso liberare le spalle ti porge l’opportunità di realizzare, ad esempio, quanta tensione tu provi e puoi cogliere il momento per sciogliere i muscoli, ruotare il collo da un lato all’altro, distendere i muscoli del trapezio e così via.

 

Quando ti avvicini alla tua reale sensazione, manifesti la tua autenticità, che è il prerequisito per entrare in contatto profondamente con tuo figlio. Ho scritto a riguardo nell’articolo che puoi trovare cliccando questo link.

 

Quando hai potuto accorgerti di quello che provi tu, puoi dargli un nome. Puoi sentirti smarrita e impaurita, e ricollegarlo alla tua esperienza di bambina: se a te non veniva concesso di provare l’emozione che prova ora il tuo bambino, ad esempio la rabbia o la paura, con la tua presenza starai vicino alla parte di te che non sa ancora fare esperienza di questa emozione.

 

Qualsiasi parola dirai, partendo da questo supporto che dai a te stessa, nutrirà di connessione emotiva la relazione col tuo bambino: quando dici a te stessa “Sono qui con me, mi supporto in questa emozione”, il bambino sente che puoi supportare anche il suo vissuto. Ti liberi così da qualsiasi volontà di controllare o modificare la sua sensazione, e sospendi la razionalizzazione di ciò che prova lui.

 

 

Raccontami nei commenti in quale occasione desideri cominciare ad applicare questo strumento per stare vicina a te stessa, mentre vuoi aiutare tuo figlio!

 

 

 

Contattami qui per una consulenza telefonica gratuita di 30 minuti.

Parleremo, risponderò alle tue domande e fisseremo un appuntamento.

Scopriremo insieme il modo in cui puoi liberare il tuo potenziale.

Sono disponibile per incontrarti online e parlare di ciò che ti sta più a cuore in questo preciso momento della tua vita.

Ti sarà utile a seminare il tuo giardino per una genitorialità serena, felice e soddisfacente, nel rispetto dei tuoi bisogni e di quelli di tuo figlio.

 

A martedì prossimo!

Vera Ghirardini

 

Bibliografia

FILLIOZAT, ISABELLE, Nessun genitore è perfetto, Edizioni Piemme, Milano 2011
HARRIS, RUSS, La trappola della felicità. Come smettere di tormentarsi e iniziare a vivere, Edizioni Erickson, Trento 2010

KABAT-ZINN, MYLA e JON, Il genitore consapevole, Edizioni Garzanti, Milano 2014
MILLER, ALICE, Il dramma del bambino dotato e la ricerca del vero sé, Edizioni Bollati Boringhieri, Torino 2018
LUMERA, DANIEL e DE VIVO, IMMACULATA, La lezione della farfalla. 7 consapevolezze per rigenerarsi e scoprire un nuovo benessere, Edizioni Mondadori, Milano 2021
POLI, ENRICA FRANCESCA, Le emozioni che curano, Edizioni Mondadori, Milano 2019

POWELL, BERT, COOPER, GLEN, HOFFMANN, KENT, MARVIN, BOB, Il circolo della sicurezza. Sostenere l’attaccamento nelle prime relazioni genitore-bambino, Edizioni Raffaello Cortina, Milano 2016

SIEGEL, DANIEL, PAYNE BRYSON, TINA, 12 Strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino. Una guida pratica con esercizi, schede e giochi, Edizioni Raffaello Cortina, Milano 2021

 

Vera Ghirardini

Ciao! Sono Vera Ghirardini, consulente genitoriale. Aiuto i genitori che si chiedono dove stanno sbagliando, a vivere con leggerezza e armonia, nel rispetto dei propri bisogni e di quelli dei propri figli
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