Cosa ti succede quando senti che il tuo livello di saturazione è alle stelle, non sopporti più tuo figlio e vorresti teletrasportarti a Honolulu.
Raggiungi mai il livello di saturazione?
Quando tuo figlio non vuole mettere i calzini, quando il maglione gli dà fastidio e lo toglie subito dopo averlo infilato, quando non si decide a uscire per andare a scuola, quando non ti segue per tornare dal parco, quando non mangia la verdura, quando non vuole fare il bagno, quando dal bagno non vuole uscire…
E… boom! Vorresti esplodere con un “Basta!”
Ti è mai capitato? Di dirti che non ce la fai più, di dirti che volevi una sosia, che era troppo?
Sai, ti comprendo benissimo, lo stare con questi piccoli può richiedere molte, moltissime energie. E gli ultimi due anni hanno contribuito ad aggiungere precarietà e incertezze a una vita già complessa. Due studi, uno del 2008 e uno del 2015, dimostrano come, rispettivamente, le epidemie di SARS (2000-2004) ed Ebola (2013-2016) abbiano aumentato il livello di stress a livello psicologico.
Lo stesso dato viene confermato da primi studi sulla pandemia ancora in corso, studi che mostrano come siano aumentati sintomi legati a stati dell’ansia, timori, disturbi somatici, difficoltà ad addormentarsi, eccesso di consumi di sostanze dannose come tabacco e alcolici.
E allora che fare, quando ti senti arrivata a un livello di saturazione? Che fare per aiutare sia te stessa e anche rispettare quei piccoli esseri che dipendono da te e che in alcuni, o molti!, momenti ti richiedono tanti sforzi per fare attività che prima di essere mamma non erano mai state così problematiche?
In questo articolo ti racconto come tutto questo abbia, certamente, a che vedere anche con quel che mette in atto il tuo bambino, ma abbia a che vedere anche con te.
Saturazione o stanchezza?
Quando ti ritrovi a dover convincere tuo figlio a uscire, per esempio, e successivamente poi a dover insistere ripetutamente per farlo rientrare a casa, c’è una fondamentale e sostanziale differenza tra i momenti in cui ti senti satura e quelli in cui ti senti semplicemente stanca, o esausta.
Quando ti senti esausta, o molto stanca, puoi notare che la tua reazione è di cedere.
No, non di cedere a qualsiasi cosa ti chieda il bambino. Mi riferisco al cedere alla stanchezza, abbassando le aspettative rispetto a quanto ti eri prefissata di fare, e se ad esempio provi un grande affaticamento durante l’orario della cena, quando sia tu che i bambini siete molto stanchi e i piccoli sembrano richiedere tante attenzioni, invece di cucinare una pietanza complessa come avevi programmato, ti ritrovi a escogitare una soluzione alternativa e semplificare mettendo in tavola un po’ di prosciutto e carote tagliate a fettine (O magari ordinando cibo da asporto!).
Questo ti consente di lasciare il controllo della situazione e ricevere in cambio un sincero ringraziamento da parte del tuo corpo, un interiore sospiro di sollievo che ti libera delle aspettative che avevi sulla tua prestazione in quel momento, e ti ricarica di creatività per rispondere a pressoché qualsiasi richiesta aggiuntiva che può giungerti dal tuo bambino e dalla sua aumentata vivacità del tardo pomeriggio.
Non esaurirò questo tema in questo articolo! Per non perdere altri articoli e ricevere gli aggiornamenti a questa rubrica direttamente nella tua posta elettronica ecco il link dove iscriverti alla mailing list!
La saturazione è diversa. Questa ti porta ad avere un atteggiamento avverso alla situazione che stai vivendo, al contesto in cui ti trovi in quel momento e soprattutto avverso alla tua emozione di quel momento.
Ti senti comunque stanca, non del tutto allineata allo scopo che ti prefiggi, nel nostro esempio la cena da preparare come l’avevi immaginata, ma continui a perseguire questo obiettivo stoicamente e con un’aura che assomiglia a quella di Wonder-woman o del tuo super eroe preferito.
Così c’è qualcosa che ti fa proseguire imperterrita verso il tuo obiettivo e che dentro di te ti suggerisce che non puoi essere stanca, che devi tener duro solo un altro pochino, così raggiungerai il tuo obiettivo.
Quando sei satura, immagini che non puoi in alcun modo arretrare o deviare dal percorso che avevi prestabilito o perderai qualcosa.
Nota bene: non sto in alcun modo sottendendo che per accettare la tua stanchezza ed evitare di arrivare alla tua saturazione devi per forza modificare i tuoi obiettivi.
Se ci sono motivi per cui non è possibile modificare, rimandare o delegare i compiti di cui stai occupando, come nel caso che tuo figlio non voglia uscire ma ci sia da portare il cane a passeggio per i suoi bisogni e tu non possa far altrimenti che uscire insieme a tuo figlio in quel momento: in questo caso, quel che ti serve non è accantonare l’obiettivo della passeggiata.
La saturazione la raggiungi quando continui a combattere la tua stanchezza, negandone l’esistenza e mantenendo lo stoicismo del guerriero che non ascolta il corpo in funzione di un bene più grande (Più grande di chi, non si sa ancora).
Cosa fare invece di combattere la tua emozione: le emozioni che prova tuo figlio non sono sotto il tuo controllo
Anche in un’epoca come quella contemporanea, in cui i bambini acquisiscono maggiori libertà e potere decisionale sulla propria vita, come decidere quale attività sportiva fare, quali amici frequentare, e via dicendo, i genitori sono quelli che mantengono comunque la più ampia fetta di possibilità di stabilire come funziona la vita dei bambini.
Decidiamo in quale scuola andranno fino alle scuole medie almeno, quante ore trascorreranno lì dentro, quanto tempo possiamo trascorrere con loro.
Tra gli aspetti di cui ancora la maggioranza dei genitori si sente incaricata, c’è anche quello della gestione e del controllo delle emozioni dei bambini.
Se da un lato è vero che questo avviene anche perché un bambino che si comporta in modo accomodante, che non manifesta emozioni in dissonanza rispetto al contesto e al tuo obiettivo, è più facile da gestire e ci consente di raggiungere più facilmente ciò che ti sei prefissata, non possiamo escludere un’altra scomoda verità.
Occorre rivisitare il ruolo che senti di avere nei confronti del bambino, perché se osservi che il tuo bambino prova frustrazione, infelicità, rabbia, dissenso, allora puoi sentirti insoddisfatta come mamma perché immagini che il tuo ruolo di genitore includa di rendere tuo figlio felice.
Ho trattato ampiamente questo tema anche nell’articolo della scorsa settimana, che puoi trovare qui.
Ti hanno fatto credere che se mamma si arrabbiava era a causa tua
Non hai la possibilità di controllare le emozioni altrui e modificare lo stato emotivo degli altri, nemmeno di tuo figlio.
Lo so, probabilmente non è quello che hai imparato, né a casa né nella società. Ti hanno sicuramente fatto credere che se mamma era arrabbiata, era compito tuo farla calmare modificando il tuo atteggiamento, o soddisfacendo la richiesta che ti veniva fatta, o diventando qualcosa di diverso da quello che eri fino a quel momento. Più gentile, più obbediente, meno lamentosa, e potrei continuare all’infinito.
Ma la realtà è che ciò che l’altro prova, è esperienza sua personale. E la tua presenza è fondamentale, quando si tratta di accompagnare tuo figlio in emozioni spiacevoli in cui ancora non si sa orientare, ma questa presenza non è di controllo e gestione delle sue emozioni, e certamente non può passare dall’esperienza in cui tu stessa ignori la tua emozione.
La settimana prossima approfondirò che cosa puoi fare quando senti che combatti la tua emozione, mentre cerchi di modificare anche quella di tuo figlio, invece di sfiancarti arrivando a saturazione emotiva. Non dimenticare di iscriverti
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Contattami qui per una consulenza telefonica gratuita di 30 minuti.
Parleremo, risponderò alle tue domande e fisseremo un appuntamento.
Scopriremo insieme il modo in cui puoi liberare il tuo potenziale.
Sono disponibile per incontrarti online e parlare di ciò che ti sta più a cuore in questo preciso momento della tua vita.
Ti sarà utile a seminare il tuo giardino per una genitorialità serena, felice e soddisfacente, nel rispetto dei tuoi bisogni e di quelli di tuo figlio.
A martedì prossimo!
Vera Ghirardini
Bibliografia
FILLIOZAT, ISABELLE, Nessun genitore è perfetto, Edizioni Piemme, Milano 2011
HARRIS, RUSS, La trappola della felicità. Come smettere di tormentarsi e iniziare a vivere, Edizioni Erickson, Trento 2010
KABAT-ZINN, MYLA e JON, Il genitore consapevole, Edizioni Garzanti, Milano 2014
LUCANGELI, DANIELA, La mente che sente. A tu per tu: dialogando in vicinanza, nonostante tutto, Edizioni Erikson, Trento 2021
LUMERA, DANIEL e DE VIVO, IMMACULATA, La lezione della farfalla. 7 consapevolezze per rigenerarsi e scoprire un nuovo benessere, Edizioni Mondadori, Milano 2021
MILLER, ALICE, Il dramma del bambino dotato e la ricerca del vero sé, Edizioni Bollati Boringhieri, Torino 2018
POLI, ENRICA FRANCESCA, Le emozioni che curano, Edizioni Mondadori, Milano 2019
POWELL, BERT, COOPER, GLEN, HOFFMANN, KENT, MARVIN, BOB, Il circolo della sicurezza. Sostenere l’attaccamento nelle prime relazioni genitore-bambino, Edizioni Raffaello Cortina, Milano 2016
ROTH, GENEEN, When food is love. Exploring the relationship between eating and Intimacy, Penguin Group, New York 1992
SIEGEL, DANIEL, PAYNE BRYSON, TINA, 12 Strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino. Una guida pratica con esercizi, schede e giochi, Edizioni Raffaello Cortina, Milano 2021