La sintonizzazione emotiva. I super poteri che non sai di avere, episodio 3

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Oggi mi addentro in un superpotere davvero poco noto: sintonizzarti emotivamente con il tuo bambino, può trasformare come per magia, i momenti critici in momenti di comprensione e crescita della vostra relazione.

Se ad esempio tuo figlio, inciampando, cade, sarà naturale per lui guardarti e osservare la tua reazione. Se vedendolo frastornato, o dolente per la caduta, tu gli sorriderai, confonderai la percezione che ha di quel che sente.

Vale anche l’esempio opposto. Se cadendo, ancora incerto se lamentarsi o no, ti mostrerai esageratamente preoccupata e agitata per l’accaduto, il bambino si formerà l’idea che è necessario agitarsi.

Insomma, quel che mostra mamma, secondo il bambino è l’atteggiamento corretto, e se non eserciti la tua sintonizzazione con il suo ascolto delle emozioni, quel che il bambino apprenderà sarà che per sapere come si sente, deve osservare la reazione delle persone attorno a sé più che se stesso.

 

Come esercitare la sintonizzazione emotiva

 

Saper essere presente mentre tuo figlio ha esperienze emotivamente intense, è un superpotere davvero immenso. Non si tratta solo di essere fisicamente insieme, ma anche di avere un contatto solido con ciò che provi tu, che tu ti senta a tuo agio o invece che tu provi sconforto.

A cosa ti serve un contatto con ciò che provi tu, se è tuo figlio che prova un’emozione forte e lo manifesta in modo plateale?

Ti serve moltissimo perché il cervello di tuo figlio si sta ancora sviluppando, in particolare ancora sta maturando le capacità di regolare le proprie emozioni:

Quel che sta imparando è un bilanciamento tra il mostrare e far valere i propri bisogni, e adattarsi al gruppo in cui vive. Ho parlato del bisogno innato degli esseri umani di rendere contenti gli altri in questo articolo.

Ti sto ripetendo queste esatte parole da alcune settimane: il modo in cui parli oggi ai tuoi bambini, diventerà la voce con cui loro parleranno a se stessi, una volta cresciuti.

Se hai perso gli articoli precedenti in cui parlo dei tuoi superpoteri, ti suggerisco di recuperarli qui: in questo articolo ho introdotto il tema della disponibilità emotiva.
Raccontandoti del primo superpotere che non sai di avere, l’autenticità, ho approfondito il concetto di disponibilità emotiva, in questo articolo.

L’ultimo articolo invece riguarda come incrementare il superpotere dell’autoapprovazione, e puoi trovarlo qui. Ti suggerisco di recuperare questo articolo, perché l’esercizio che ho proposto in questo testo ti aiuterà a comprendere quali emozioni hai più facilità ad accettare, e quali invece incontrano maggiori difficoltà nella tua quotidianità.

Se ad esempio una delle emozioni con cui hai maggiore difficoltà fosse la paura, potresti trovarti a sminuire l’episodio della caduta e la paura del bambino nell’inciampare: “Dai su, non ti sei fatto niente”.

E magari è vero, che il bambino non si è ferito, ma in questo modo non sei un prezioso specchio che lo accompagna ad ascoltare quel che succede dentro di lui.

Puoi suddividere così lo sviluppo del tuo superpotere:

1. Osservi l’accaduto: il bambino cade
2. Fai un respiro e ascolti, prima di tutto, cosa succede al tuo corpo: ad esempio, ti si contraggono i muscoli sul viso, si irrigidisce la schiena, stringi i pugni.
3. Osservi i tuoi pensieri come se li proiettassero sullo schermo di un cinema: ad esempio, puoi pensare che se non avesse corso così forte, non sarebbe successo.
4. Noti come invece si sente il bambino, e stacchi lo schermo del tuo cinema dei pensieri da quel che accade a lui: il bambino ti cerca, o magari piange.
5. Immagini parole che descrivano la situazione senza aggiungere un giudizio di valore: né “non ti sei fatto niente”, né “ecco, guarda che cosa hai combinato”. Cerca di sentire che quel che prova il bambino è reale anche se ti sembra esagerato. Qualcosa come: “accipicchia, hai fatto un volo!”, in tono comprensivo, pacato ma affettuoso.
6. Ascolti e osservi la reazione del bambino. Più è piccolo, più potrebbe essere plateale, più cresce, più ascolta realmente se c’è dolore, o se è paura (o vergogna!): ricorda, anche la paura e la vergogna hanno bisogno di trovare conforto. Quando si sentirà rassicurato, potrà ripartire all’esplorazione del mondo, ricaricato per aver potuto sperimentare quella emozione, nell’esperienza, insieme a te, e averla modificata grazie alla condivisione.

 

Non esaurirò oggi l’esposizione dei tuoi superpoteri, e se non ti vuoi perdere l’ultimo, ecco il link per iscriverti alla newsletter settimanale!

 

A cosa ti serve ascoltare la tua emozione mentre il bambino prova le proprie emozioni

Immagine di bambino tra gli alberi con foglie gialle, tiene le mani sulle cuffie. Scritta: ascoltami tu che mi ascolto anche io!

Quel che noto dalla mia vita sia personale che professionale con le mie clienti, è che spesso con i genitori non hanno sperimentato questo rispecchiamento delle emozioni, e dunque ascoltare come si sentono è un duro esercizio.
Diversi studi confermano che se in una stanza piena di persone, si fa entrare fumo nero dal condotto dell’aria, le persone si guardano tra loro e osservano cosa fanno gli altri prima di fuggire dalla stanza. In alcuni casi, trascorrono svariati minuti prima di scegliere se mettersi in salvo.
Se invece nella stanza c’è una sola persona, decide da sé e più facilmente percorre la via della fuga in un tempo inferiore a chi condivide lo spazio con altri.

Se stai leggendo, sono convinta che tu desideri che tuo figlio possa accedere al bagaglio prezioso che è il suo sentire.

 

Per riassumere

 

È fondamentale separare l’empatia, lo stare vicino all’altro con le sue emozioni, con la sintonizzazione emotiva, il rispecchiamento dell’emozione altrui senza volerla modificare.

Una frase come “Sei arrabbiato, non vuoi condividere i tuoi giocattoli ora”, pronunciata con empatia, aggiunge alla presenza empatica il riconoscimento delle emozioni. Una convalida che è normale e parte della vita provare emozioni, e che a queste emozioni si può fare spazio per scorrere come un fiume che può cambiare e modificarsi e trovare successive soluzioni.

Ti suggerisco di cominciare questo dialogo con te stessa: riconoscere che hai diritto di provare rabbia, o paura, o altre emozioni che normalmente metti da parte, e rivolgere a te stessa frasi di vicinanza, ti aiuteranno ad accompagnare il tuo bambino mentre esplora le sue, di emozioni.

È un superpotere che puoi osservare già in atto nelle emozioni che già approvi: magari quando sei felice, o magari quando sei triste, ti rimando all’esercizio in questo articolo per riconoscere al meglio quando approvi le tue emozioni.

Quando senti che usi al meglio la sintonizzazione emotiva? In che momento invece senti di poterla esercitare di più?
Raccontamelo nei commenti!

 

Per accompagnarti nel trasformare le situazioni che portano ansia e sofferenza nella tua quotidianità con tuo figlio, ho scritto un eBook:
Come smettere di ripetere sempre gli stessi errori con tuo figlio.
Ti sarà utile a seminare il tuo giardino per una genitorialità serena, felice e soddisfacente, nel rispetto dei tuoi bisogni e di quelli di tuo figlio.

 

A martedì prossimo!
Vera Ghirardini

 

Bibliografia

FILLIOZAT, ISABELLE, Nessun genitore è perfetto, Edizioni Piemme, Milano 2011
KABAT-ZINN, MYLA e JON, Il genitore consapevole, Edizioni Garzanti, Milano 2014
MILLER, ALICE, Il dramma del bambino dotato e la ricerca del vero sé, Edizioni Bollati Boringhieri, Torino 2018
LUMERA, DANIEL e DE VIVO, IMMACULATA, La lezione della farfalla. 7 consapevolezze per rigenerarsi e scoprire un nuovo benessere, Edizioni Mondadori, Milano 2021
POLI, ENRICA FRANCESCA, Le emozioni che curano, Edizioni Mondadori, Milano 2019
ROTH, GENEEN, When food is love. Exploring the relationship between eating and Intimacy, Penguin Group, New York 1992
SIEGEL, DANIEL, PAYNE BRYSON, TINA, 12 Strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino. Una guida pratica con esercizi, schede e giochi, Edizioni Raffaello Cortina, Milano 2021

VITALE, SIMONA, Femminilità e abbondanza, Edizioni Amazon 2019

Vera Ghirardini

Ciao! Sono Vera Ghirardini, consulente genitoriale. Aiuto i genitori che si chiedono dove stanno sbagliando, a vivere con leggerezza e armonia, nel rispetto dei propri bisogni e di quelli dei propri figli
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