Il numero di suggerimenti non richiesti che ricevi come mamma, su come crescere tuo figlio, non li conti più. Oggi condivido con te 4 punti per scalzare la sensazione di non essere un genitore sufficientemente buono per i tuoi figli.
Quando a mettere in dubbio il tuo valore di genitore, sei tu
Anche se sembra trascorsa un’eternità, le vacanze natalizie sono terminate da meno di due settimane. Molti, moltissimi genitori sono stati sotto stress, per la stanchezza dell’anno alle spalle, per tutti i cambiamenti dovuti alla pandemia, e…per le riunioni familiari. È successo anche a te?
Spesso durante queste riunioni è possibile ricevere consigli non richiesti, o critiche, che in modo più o meno velato vanno a minare la fiducia che hai nel tuo modo di essere genitore per tuo figlio.
Ma che fare se, critiche da parenti o no, sei tu la prima a mettere in discussione il tuo valore di genitore per tuo figlio?
Se queste parole ascoltate, ti girano in testa anche molto dopo, o molto prima, che vengano pronunciate e tu stessa metti in dubbio di avere una simbolica patente per essere una mamma adeguata per tuo figlio, occorre rivisitare il concetto, e la percezione, del tuo valore e del valore di quel che fai.
Se esistesse una patente per diventare genitori
Qualche settimana fa ho ricevuto in privato una riflessione che mi ha colpito, e la condivido con te. Osservando il comportamento di un altro genitore in una specifica situazione, una mamma protesta:
È assurdo facciano fare la patente per guidare un mezzo su strada e non ci sia nessun controllo su chi ha le capacità di crescere un figlio o meno
Naturalmente, non può esistere davvero una patente per genitori. Non immagino nemmeno con quali, e quanti!, standard potrebbe essere ideata. Un test simile richiederebbe una preparazione che potrebbe risultare troppo elevata per qualcuno, ed eccessivamente bassa per qualcun altro. Moltissimo dipende dalla storia personale di ognuno di noi, ho parlato dell’impatto delle generazioni passate sul tuo essere genitore in uno dei miei primi articoli, che puoi trovare qui.
Al tempo stesso, questo messaggio, così formulato, mi ha fatto riflettere. Si tratta di un tarlo che disturba la maggior parte dei genitori, con una domanda che si pongono in silenzio. Una domanda strisciante, che li assale nei momenti di sconforto. E la domanda li raggiunge più o meno così:
Sono un genitore adeguato?
Quello che faccio è abbastanza buono?
Io ho le caratteristiche per essere un buon genitore, o faccio gli errori dei miei genitori, che mi ero ripromessa di non ripetere?
Ancora prima di diventare mamma, potresti esserti chiesta le stesse cose.
Nei momenti stressanti, in cui ti sfugge la situazione, quando il livello di stress si alza e i piani non vanno come avevi preventivato, puoi ritrovarti a reagire in tre direzioni differenti:
- Potresti lamentarti del destino, delle circostanze, della società che va a rotoli;
- Potresti lamentarti del tuo bambino, perché non collabora come desideri per farti recuperare la calma, che lo stress e l’imprevisto hanno minato;
- Potresti lamentarti di te, dirti che sei incapace di far fronte a tutto quel che ti prefiggi.
Nessuna di queste opzioni migliora la qualità della tua vita e ti avvicina al tuo obiettivo di sentirti un genitore soddisfatto.
L’articolo di oggi è il primo di due che scriverò per distaccarti da questa sensazione, e tu non vuoi perderti il prossimo, vero? Ecco il link per iscriverti subito alla newsletter settimanale!
Fare abbastanza
Per rispondere alle critiche che attecchiscono dentro di te, occorre per prima cosa recuperare il valore di quello che fai.
Si tratta di un ambito, quello dell’azione, in cui è più semplice riconoscere quando ti approvi, e quando non ti approvi.
Ti faccio un esempio: ci sono giorni in cui ritrovare il letto disfatto a metà mattina, o al rientro a casa, può generarti un senso di frustrazione. Potresti dirti che sei indietro rispetto alle tue aspettative.
Ti sembra di non combinare niente di buono.
Ma per cominciare a lasciarti scivolare addosso i giudizi degli altri, hai necessità di sospendere il giudizio che hai nei confronti di quel che fai, e recuperare il valore delle tue azioni.
Il primo passo è smettere di dare spiegazioni rispetto alle tue scelte. Lascia che mi spieghi meglio: non si tratta di un atteggiamento spocchioso, che fa trapelare una risposta come “Non devo spiegare niente”.
Si tratta di non imbastire giustificazioni, volte a ottenere maggiore comprensione e approvazione da parte degli altri. O…da parte di te stessa!
Non hai bisogno di giustificarti, nemmeno davanti a te stessa, se il letto rimane disfatto una giornata. Non si tratta di un invito all’indolenza, tutt’altro. Voglio mostrarti che valorizzare ciò che fai ogni giorno, ti consente di innalzare una reale e profonda autoindulgenza verso quanto invece rimane ancora da spuntare nella tua lista mentale di cose da fare.
E, nel tempo, attribuire il giusto valore alle azioni che compi, ti consente di non sovraccaricarti e stilare liste più fattibili da completare.
Così, ecco i 4 punti per ricordarti quanto abbia un peso ciò che fai:
- Se devi pagare qualcuno per farlo quando non ci sei tu;
- Se dai una lista di istruzioni per delegarne lo svolgimento in tua assenza;
- Se per terminare il compito in tua assenza, ricevi chiamate o richieste di aiuto a distanza.
C’è un ultimo punto:
- Ti accorgi di quanto valore ha dedicare tempo ad attività che ti ricaricano, come riposare, uscire con le amiche, fare sport, fare un massaggio, se quando te ne privi regolarmente, il tuo livello di stress sale e si ripercuote sulla lucidità e disponibilità che puoi realmente offrire al tuo mondo di relazioni e del lavoro.
Così, ecco un elenco, non esaustivo, di ciò che fai per la famiglia, e che se improvvisamente non facessi più toglierebbe qualità alla vita che vivi tu e che vivono i tuoi cari. Prenditi tempo per leggerlo con attenzione: ogni singola voce ti richiede tempo, attenzione, cura, energia. Non sottovalutare l’impatto di quello che fai!
Pensare a cosa cucinare, fare la spesa, riporre la spesa, cucinare, apparecchiare, sparecchiare, lavare i piatti e la cucina (sì, anche se hai la lavastoviglie! I piatti non finiscono direttamente dalla tavola, da soli, là dentro.), fare lavatrici, stendere, ritirare i panni asciutti, lavare a mano, fare il cambio dell’armadio ai bambini sia per stagione che per cambio della taglia, sapere dove comprare i nuovi vestiti per i bambini e sapere quale taglia prendere, ricordare tutti i controlli medici e le scadenze per la famiglia, saldare in tempo rate per le attività sportive ed extrascolastiche, scegliere e comprare regali per amichetti…
Naturalmente ci sono attività ulteriori di pulizia in casa, e anche in caso che tu deleghi queste attività, ti devi occupare di dare istruzioni a chi se ne occuperà. Così come con i bambini al di sotto dei 3 anni i compiti si moltiplicano: pannolini da cambiare, poppate, addormentare i bambini, i bagnetti, tagliare le unghie (questa è una mega attività con i bimbi piccoli!), fare attività con bambini minuscoli: parco, letture, giochi…
E…prenderti cura dell’emotività dei bambini! Se vogliono il bicchiere rosso invece di quello blu, se vogliono stare al parco ma tu devi rientrare, se… insomma, tutto ciò che trattiamo in questo blog!
Promemoria
Ora che sai come restituire valore a ciò che fai, puoi attendere il secondo articolo che pubblicherò sul tema “Gestione delle critiche”, la settimana prossima.
Perché, te lo confido: è semplice ricordarsi quanto vale ciò che fai mentre non lo stai facendo. Ma se le tue liste di cose da fare si allungano, e il tuo senso di soddisfazione si riduce, e continui ad aumentare ciò che ti imponi di portare a termine, allora occorre lavorare su un altro aspetto. Ne parlerò tra sette giorni!
Da quale attività ricomincerai ad attribuire valore da oggi?
Raccontamelo nei commenti!
Per accompagnarti nel trasformare le situazioni che portano ansia e sofferenza nella tua quotidianità con tuo figlio, Contattami qui per una consulenza gratuita di 30 minuti:
Parleremo, risponderò alle tue domande e fisseremo un appuntamento.
Scopriremo insieme il modo in cui puoi liberare il tuo potenziale.
Sono disponibile per incontrarti online e parlare di ciò che ti sta più a cuore in questo preciso momento della tua vita.
Ti sarà utile a seminare il tuo giardino per una genitorialità serena, felice e soddisfacente, nel rispetto dei tuoi bisogni e di quelli di tuo figlio.
A martedì prossimo!
Vera Ghirardini
Bibliografia
FILLIOZAT, ISABELLE, Nessun genitore è perfetto, Edizioni Piemme, Milano 2011
HARRIS, RUSS, La trappola della felicità. Come smettere di tormentarsi e iniziare a vivere, Edizioni Erickson, Trento 2010
KABAT-ZINN, MYLA e JON, Il genitore consapevole, Edizioni Garzanti, Milano 2014
LUMERA, DANIEL e DE VIVO, IMMACULATA, La lezione della farfalla. 7 consapevolezze per rigenerarsi e scoprire un nuovo benessere, Edizioni Mondadori, Milano 2021
ROTH, GENEEN, When food is love. Exploring the relationship between eating and Intimacy, Penguin Group, New York 1992
SIEGEL, DANIEL, PAYNE BRYSON, TINA, 12 Strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino. Una guida pratica con esercizi, schede e giochi, Edizioni Raffaello Cortina, Milano 2021