Cosa fare quando tuo figlio urla invece di parlare

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Se tuo figlio parla sempre a voce molto alta e non ne puoi più

Giorni fa ho ricevuto una richiesta esplicita: una mamma, esausta dal tono di voce eccessivamente elevato della figlia, mi ha chiesto come si fa ad insegnare l’utilizzo di un tono adeguato al contesto. La bambina aveva quasi assordato la babysitter, mentre viaggiavano in auto.

 

Voglio ringraziare chi, come questa mamma, mi offre la possibilità di approfondire temi quotidiani, che appesantiscono le vite dei genitori e che mostrano bisogni dei bambini che non risultano immediatamente chiari. Grazie a lei, infatti, ho cominciato a riflettere cosa potesse accadere alla bimba in questione, e questo articolo è il frutto di questa ricerca.

 

Perché ai bambini accade di urlare

 

Ti sarà sicuramente successo di notare che, in presenza di bambini, l’ambiente può risultare più rumoroso. Non a caso sono sempre più diffusi ristoranti e hotel per soli adulti, o aree del treno dedicate a chi desidera maggior tranquillità. Ma perché i bambini urlano?

Per prima cosa:

Esprimono le proprie emozioni

I bambini, infatti, stanno ancora apprendendo l’integrazione degli emisferi del cervello: l’emisfero destro consente di ascoltare il proprio corpo e le emozioni che lo attraversano (rabbia, tristezza, gioia, entusiasmo, paura…) e l’emisfero sinistro aiuta a comunicarle. Lo sviluppo del cervello, ancora in divenire nei bambini, insieme alla guida degli adulti di riferimento, aiuteranno il bambino a integrare le funzioni dei due emisferi. Finché questo processo di integrazione non è completo, un’emozione sarà espressa esattamente come viene percepita dal bambino, con la stessa intensità e con un adeguato volume di voce che possa rendere al meglio quel che il bambino vive nel corpo:

Facilmente troverai quindi bambini che per esprimersi usano la voce più di quanto piacerebbe alle tue orecchie!

Che fare

  • Ricorda che quello del tuo bambino, così come il tuo, è un percorso di apprendimento. Mantenere la calma può aiutarti a regolare il tono della tua voce, legittimare l’emozione del bambino e usare le parole più utili, come ad esempio “Ti sto ascoltando”, invece del più inflazionato e inutile “Non urlare”.
  • Mantieni il più possibile un ritmo di vita a misura di persona. Sì, non di bambino, ma di persona! I bambini ci ricordano che i nostri ritmi frenetici non sono sostenibili, approfittane anche tu e rallenta, per tuo figlio e anche per te! Le emozioni saranno più gestibili e il tono di voce ne beneficerà.

 

Difficoltà uditive

Ci sono altri motivi per cui ai bambini accade di urlare, e si tratta di fattori organici. Le difficoltà uditive possono abbassare o alterare la percezione del suono.

Che fare:

  • Se tuo figlio urla spesso e hai il dubbio che questo possa avere a che fare con una ridotta capacità di sentire i suoni, il suggerimento è di confrontarti con il pediatra per valutare una visita specialistica con un otorino ed eventuali prove audiometriche.

Ma questo non è il mio campo, e dunque proseguo con il prossimo punto:

Motivi ambientali

Viviamo in una società incredibilmente rumorosa. Al supermercato trasmettono a ruota canzoncine che invitano a comprare di più, nelle nostre case abbiamo (quasi?) sempre la musica o la televisione accesa e le feste di compleanno sono diventate dei micro-luna park, e d’inverno hanno luogo in ambienti chiusi. Al solo pensiero di una festa i genitori impallidiscono, e ammettilo: anche tu sei stata anche solo un po’ felice di saltare un sacco di feste chiassose a causa della pandemia…

immagine di mamma che si tappa le orecchie mentre i bambini suonano le trombette ad una festa

I bambini modellano il proprio agire sull’ambiente, sono veri professionisti dell’ascolto. Sapevi che già dal ventre materno, i feti apprendono le loro prime parole? Alla nascita le vocalizzano in suoni che comunemente vengono definiti “pianto”, ma che a seconda della lingua che ascoltano in utero, i loro vocalizzi si impegnano a imitare la ritmica e la melodia ascoltata. Per farsi meglio comprendere.

 

Se il loro ambiente è rumoroso, tenderanno ad alzare il volume della propria voce per farsi sentire meglio!

Che fare

  • Ridurre al minimo i rumori di fondo, così da eliminare o ridurre considerevolmente l’impatto dell’inquinamento acustico

 

Nei fattori ambientali rientra anche il prossimo punto, e ti richiede un certo grado di auto-osservazione:

Emulazione

Ti succede mai di chiamare ad alta voce tuo marito, il partner, i figli, da una stanza all’altra? Spesso i bambini ci aiutano a guardarci da fuori: usano gli stessi toni che ti davano fastidio nella tua mamma, e se osservi bene, è lo stesso modo di parlare che a volte attivi con loro. Lo hai sentito talmente tante volte, perché anche tu sei stata una professionista dell’ascolto! E così, come lo riproponi a loro, loro lo ripropongono a te. Lo stesso succede per i modelli di interazione in casa: se tu parli ad alta voce e da una stanza all’altra, lo faranno anche loro.

Che fare

  • Avvicinarsi al bambino, o al partner, raggiungendolo nella stanza dove si trova, quando si vuole parlare con lui.
  • Mantenere tu stessa un tono pacato nel fare richieste ai bambini.
  • Interrompere, se pur brevemente, quel che stai facendo, per rivolgerti ai bambini, possibilmente guardandoli negli occhi. E sei impegnata a cucinare, è sufficiente girare il busto verso il bambino, guardandolo e spiegandogli che è importante per te quel che ti vuole comunicare e che desideri che telo racconti, e può farlo mentre sta accanto a te che cucini. Sarà meno incline, in questo modo, ad alzare la voce.
  • Attendere che il partner o i figli terminino di parlare prima di cominciare tu.

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Attenzione, presta bene attenzione al prossimo punto:

Inconsapevolezza delle regole

Non vuol dire che non hai spiegato al bambino cosa può fare e cosa no! Almeno fino ai 7 anni, i bambini non hanno la competenza di valutare le conseguenze di ciò che fanno, anche se conoscono le tue istruzioni. Spesso se ne dimenticano, a volte le emozioni hanno il sopravvento.

Questo è il punto per me più critico, e voglio chiarirtelo con un aneddoto. Mio padre mi racconta sempre di come mio nonno abbia preso tardi la patente di guida. Ne parla con il sorriso come di un pessimo guidatore, ma dato il basso numero di auto che c’erano all’epoca, i danni non sono mai stati tangibili.

Quando le auto erano davvero poche, rispetto alla popolazione, non c’era bisogno di semafori o regole rigide rispetto al codice della strada. Attualmente, in piccoli paesi è ancora possibile giocare a palla in strada, e le auto vanno a bassa velocità: meno siamo, meno sono imprescindibili rigide regole.

 

Per il bambino il mondo funziona in modo simile. Il metro di misura è una piccola famiglia, e nell’allargare il suo mondo, e la sua conoscenza di esso, comincia ad applicare quel che sa come può.

Non sa ancora che impatto avrà quel che fa nel mondo!

Pretendere che la regola di parlare a bassa voce sia valida ovunque, sarebbe come imporre il semaforo in un mondo con poche auto!

Una nota di valore: in che ambito ti ritrovi ad applicare indiscriminatamente una regola, che magari ti sta stretta? I bambini ci aiutano a liberarci di alcuni schemi, se lo permettiamo loro!

 

Che fare

  • Offrire al bambino luoghi in cui può utilizzare tutta la sua voce. Se ne ha bisogno, potrà trovare spazi come parchi, corsi di musica o di canto, in cui utilizzare la voce sarà consentito, e sarà dunque più facile accettare di usare un volume inferiore in altri luoghi.
  • Inventare una breve cantilena, molto semplice, in cui si scandisce il momento e il luogo per la voce alta. Può suonare così: Al par-co noi gri-dia-mo, in ca-sa sus-sur-riamo! Le filastrocche e le cantilene aiutano a rendere giocosa una regola e a ricordarla più facilmente. Ovviamente puoi inventare la tua cantilena, anzi scrivimela, mi interessa molto!

 

Attirare l’attenzione

Spesso, se i bambini sentono di dover competere per avere la tua attenzione, magari perché sei spesso impegnata, al lavoro, o magari hanno altri fratelli o sorelle che ugualmente richiedono energie, allora urlare attiverà maggiormente la tua attenzione! E per un bambino, un’attenzione negativa, a volte è meglio di niente.

 

Attenzione! Non voglio assolutamente dire che è okay sgridare i bambini o che i tuoi bambini appositamente ti vogliano innervosire! Tutt’altro. I bambini hanno a disposizione solo alcune opzioni per ottenere ciò che desiderano, e provano cosa funziona. Se il loro gridare ti farà stare un po’ di più con loro, almeno avranno ottenuto qualcosa più di quel che avevano in quel momento. Sta a te mostrare loro che possono ottenere la stessa attenzione in altro modo.

 

Che fare

  • Predisponi momenti dedicato ad ogni bambino, anche brevi, che possano attendere nell’arco della giornata, in modo che sapranno che quella connessione che cercano, sarà data loro senza alcun bisogno di ricercarla.

 

Da quale di questi strumenti senti di voler partire? Scrivimelo nei commenti!

 

Per accompagnarti nel trasformare le situazioni che portano ansia e sofferenza nella tua quotidianità con tuo figlio, ho scritto un eBook:

Come smettere di ripetere sempre gli stessi errori con tuo figlio.
Ti sarà utile a seminare il tuo giardino per una genitorialità serena, felice e soddisfacente, nel rispetto dei tuoi bisogni e di quelli di tuo figlio.

A venerdì prossimo!

Vera Ghirardini

 

Bibliografia

FILIPPA, MANUELA, MALAGUTI, ELENA, PANZA COSTANTINO, STAROPOLI, MANUEL, Cantami ancora! Antiche melodie e giochi per crescere con la musica, Edizioni Il leone verde, Torino 2016

KOHN, ALFIE, Feel-bad education and other contrarian essays on children and schooling, Beacon Press, Boston 2011

LUMERA, DANIEL e DE VIVO, IMMACULATA, La lezione della farfalla. 7 consapevolezze per rigenerarsi e scoprire un nuovo benessere, Edizioni Mondadori, Milano 2021

MACNAMARA, DEBORAH, Capire i piccoli. Come aiutare a crescere creature imprevedibili e meravigliose: i bambini da 0 a 6 anni, Edizioni Il leone verde, Torino 2018

MALLOCH, STEPHEN e TREVARTHEN, COLWYN (a cura di), Communicative Musicality. Exploring the basis of human companionship, Oxford University Press, New York 2009

SIEGEL, DANIEL, PAYNE BRYSON, TINA, 12 Strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino. Una guida pratica con esercizi, schede e giochi, Edizioni Raffaello Cortina, Milano 2021

 

Vera Ghirardini

Ciao! Sono Vera Ghirardini, consulente genitoriale. Aiuto i genitori che si chiedono dove stanno sbagliando, a vivere con leggerezza e armonia, nel rispetto dei propri bisogni e di quelli dei propri figli
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