La parte più sfidante del crescere i figli

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Oggi parliamo di un dibattito quanto mai attuale. Meglio essere genitori autoritari o genitori permissivi? Come si trova un giusto mezzo?

Su questo tema, di norma, ci si scanna letteralmente, anche tra chi non è genitore.

 

  • C’è chi pensa che il rigore sia la strada corretta.

 

Chi propugna questa scelta ritiene che dia struttura e che i bambini abbiano bisogno di una forte guida.

 

  • Altri invece, ritengono che i bambini siano competenti e possano, e molte volte debbano, decidere per se stessi poiché posseggono un sapere profondo che li guida.

 

Molto spesso quello che scorgo è che, se pur con una preferenza predominante tra queste due polarità, ogni genitore tende ad oscillare dall’una all’altra a seconda del proprio umore, dello stato di stress, e della propria esperienza pregressa con i modelli ricevuti come guida.

foto: mamma seduta sul divano con due bambine che le tirano (scherzosamente) i capelli, un altro le tira la maglia, e lei un'espressione scherzosa di sgomento. scritta: Chi ha ragione?

 

Probabilmente ti domandi come sia possibile trovare il giusto mezzo tra l’essere severo ed essere permissivo, perché se ti trovi qui sono sicura che hai potuto constatare che un approccio autoritario non ha creato una impronta serena in te, o nella società.

 

Ed altrettanto permettere al bambino di decidere sulla maggior parte degli ambiti che lo riguardano non ti rende la vita più facile ed inoltre non sembra portare ad un obiettivo che tu desideri per tuo figlio: l’autoregolazione, la solidità, il rispetto degli altri.

 

Autoritario o permissivo?

 

Insomma, scegliere quale opzione favorire non sembra portare lontano in ogni caso.

 

Così immagini di dover raggiungere un compromesso, ma cosa significa questo esattamente?

 

Che lavarsi i denti è necessario solo ogni tanto? Che se c’è la spesa da fare e il bambino non vuole accompagnarci, possiamo farla solo ogni tanto?

 

Certamente i bambini con la splendida capacità di vivere nel qui ed ora, in ciò che provano in ogni momento, ti possono aiutare a vedere se invece ti sottoponi a troppi “devo” nella tua quotidianità, e certamente puoi rivalutare l’effettiva necessità di uscire per fare la spesa, così come puoi decidere di lasciar perdere lo spazzolino e non svegliare il tuo bambino addormentatosi prima di lavare i denti.

 

Al tempo stesso, questi sono adattamenti ad occasioni, ed utilizzandoli OGNI VOLTA, non ci portano dove vogliamo arrivare, ovvero ad un bambino che sa quanto sia importante lavarsi i denti e se li laverà anche da solo – giuro che accade!

 

Ma se questi adattamenti, che occasionalmente sono utili e preziosi, non ti portano ad una reale autonomia del bambino, e ti rendono anche esausto nel lungo periodo, è perché vedi il quadro solo a metà.

 

La mia personale visione su questo approccio spesso definito “permissivismo”, anche con un tono di spregio, è che sia stato – ed in alcuni casi sia ancora, un passaggio necessario.

 

Dopo che la storia dell’umanità si è costruita per centinaia e centinaia di anni su autorità indiscusse, pensiamo al pater familias degli antichi romani.

 

Il pater familias aveva diritto di vita o di morte – letteralmente – sui figli fino a che restava in vita egli stesso, e da qui poi l’origine dei patricidi dell’epoca, funzionali a recuperare il diritto di decidere su se stessi da parte dei figli, ormai adulti.

 

È per questo che, in tempi recenti, la reazione è stata diametralmente opposta.

 

Un po’ come è successo al movimento femminista: caratterizzato da un periodo di rifiuto del maschile, della coppia in senso tradizionale, rifiuto di un femminile sottomesso, un femminismo che spesso è transitato da un modellamento sulla vita del maschile, fatta di super lavoro, negazione del ruolo materno in quanto gabbia della donna.

 

Ora è tempo di equilibrare sia il rapporto tra maschile e femminile, cosa che non trattiamo in questo articolo, come pure è tempo di recuperare un equilibrio tra le tradizionali guide autoritarie, che si avvalgono dell’intimidazione, e l’approccio cosiddetto permissivo, che non offre una guida solida al bambino.

 

 

Essere una guida chiara e amorevole

 

Essere una guida bilanciata tra queste due polarità, è un compito insidioso: la maggior parte di noi non ha avuto esperienza di esempi di questo.

 

Si tratta di una visione che puoi integrare gradualmente, passo passo, senza metterti fretta di voler ottenere immediatamente un risultato finale.

 

È per questo che ti invito a iscriverti alla mailing list per non perdere nemmeno uno dei miei articoli, per poter accedere a quel cambiamento graduale ed inesorabile verso una pace costruttiva dentro te e nella tua famiglia!

 

Ti assicuro che una volta che la tua guida sarà consolidata all’interno della tua famiglia, la tua vita sarà molto più semplice!

 

Da una prospettiva di evoluzione della specie, essere una guida chiara ed amorevole significa ripristinare il processo naturale di apprendimento degli esseri umani.

 

Vera, cosa intendi?

 

Intendo che i bambini, per sopravvivere, per natura osservano i membri più grandi del loro gruppo per apprendere come funziona il mondo e come comportarsi.

 

I bambini piccoli non hanno l’esperienza né il quadro completo della situazione o dei suoi sviluppi per poter prendere alcune (molte!) decisioni, in moltissime situazioni.

 

È normale e sano che sia tu, come genitore, a prendere quel tipo di decisioni, per loro e per la tua famiglia.

 

Di che decisioni parlo?

 

Ad esempio:

 

In che scuola vadano i bambini;

Quando rientrare a casa dal parco se c’è anche la cena da preparare, o un bel bagnetto da fare dopo giochi scatenati;

Quanta tv guardare;

Come utilizzare il cellulare e gli schermi in generale;

Se prendere un amichetto a quattro zampe oppure no.

 

Per queste e molte altre situazioni, il quadro cambierà velocemente e fisiologicamente: nel crescere, i bambini acquisiscono esperienza e ampliano la loro visione globale. Diventano competenti in un numero sempre maggiore di ambiti e cominciano a poter prendere decisioni in più ambiti.

 

 

Quando sei una guida chiara e amorevole per il tuo bambino, e anche il tuo bambino ti percepisce come tale, è sufficiente una breve istruzione, una parola, o uno sguardo per creare un cambiamento immediato in una situazione che potrebbe facilmente degenerare.

 

In caso ti ritrovi in situazioni già degenerate, no panic! Ho scritto un eBook per aiutarti ad uscire dagli schemi che senti di ripetere nella relazione con il tuo bambino:

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Quando mi riferisco al fatto che basta una parola o uno sguardo per cambiar rotta in una situazione che sembra naufragare, fai attenzione! Non sto parlando di una parola gridata, uno sguardo di riprovazione o di un atteggiamento intimidatorio!

 

Si tratta di un atteggiamento del genitore che proviene da una presenza che intende guidare in modo chiaro, libero dal giudizio nei confronti del bambino.

 

La prossima settimana ti spiegherò come costruire questa guida chiara benevola, per poter godere appieno della tua quotidianità con i tuoi bambini e al tempo stesso dormire sonni tranquilli la notte, senza rimuginamenti sull’aver fatto la scelta giusta

 

A venerdì prossimo!

Vera

 

Bibliografia

FILLIOZAT, ISABELLE, Nessun genitore è perfetto, Edizioni Piemme, Milano 2011

KABAT-ZINN, MYLA e JON, Il genitore consapevole, Edizioni Garzanti, Milano 2014

ROSENBERG, MARSHALL B., Le parole sono finestre [oppure muri], Introduzione alla comunicazione nonviolenta, Edizioni Esserci, Reggio Emilia 2003

SAINTE MARIE, ELIANE, Clean Parenting, su coachingforwholeness.com

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