La presenza emotiva. I super poteri che non sai di avere, episodio 4

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Oggi ti parlo della presenza emotiva: l’empatia. Si tratta di un superpotere che ti consente di essere coinvolta emotivamente da un’altra persona senza che le sue emozioni ti fagocitino o ti invadano.

Questo è il quarto appuntamento con i superpoteri che non sai di avere e che contribuiscono a sviluppare e rinforzare la disponibilità emotiva.

Coltivare questa forma di disponibilità è fondamentale per un genitore: il modo in cui parli oggi ai tuoi bambini, diventerà la voce con cui loro parleranno a se stessi, una volta cresciuti.

Immagino questo tipo di esperienza come lo stare con l’altro, il tuo bambino o anche un partner, percepire la sua emozione, e al tempo stesso ascoltare e accogliere le tue emozioni, al punto che non provi a modificare l’emozione altrui, e nemmeno la tua.

Se hai perso gli articoli precedenti in cui parlo dei tuoi superpoteri, ti suggerisco di recuperarli qui: in questo articolo ho introdotto il tema della disponibilità emotiva, https://veraghirardini.com/quando-mio-figlio-esplode-poi-non-mi-ascolta-piu-introduzione-alla-disponibilita-emotiva/.
Raccontandoti del primo superpotere che non sai di avere, l’autenticità, ho approfondito il concetto di disponibilità emotiva, in questo articolo.

Come incrementare il superpotere dell’autoapprovazione, puoi leggerlo in questo articolo. Ti suggerisco di recuperare questo articolo, perché l’esercizio che ho proposto in questo testo ti aiuterà a comprendere quali emozioni hai più facilità ad accettare, e quali invece incontrano maggiori difficoltà nella tua quotidianità.

Quando eserciti il superpotere della presenza emotiva, puoi unirti all’altro, mentre prova la sua emozione, e al tempo stesso rimanere fedele a te stessa e a quel che provi. La scorsa settimana ho parlato di un tema strettamente collegato alla presenza emotiva in questo articolo: la sintonizzazione emotiva.

Cos’è l’empatia

 

Per raccontarti cos’è l’empatia, ti farò due esempi di cosa NON è.

L’empatia non è sentirsi consumati, o travolti, dall’emozione dell’altro:

Oh no, è stato davvero un infame il tuo partner

Tuo figlio è un demonio!

Il tuo capo è uno schiavista

 

Al tempo stesso, l’empatia non è nemmeno sentirsi distaccati da ciò che l’altro prova:

Vabbè, non è poi una gran cosa

Dai su, non ci pensare

Questo è niente! Io una volta…

 

Per quanto mi riguarda, l’empatia si può riassumere in un comportamento tanto semplice quanto raro: saper stare con il tuo bambino senza voler modificare la sua emozione.

Questo articolo è l’ultimo episodio della saga in cui ti racconto i tuoi superpoteri, ma dalla settimana prossima continuerò a condividere con te altri contenuti che semplificano e al tempo stesso arricchiscono la tua quotidianità, con te stessa e con i tuoi bambini, ecco il link per iscriverti alla newsletter settimanale!

Come sai se stai tentando di modificare le emozioni altrui

Essere emotivamente presente è qualcosa che puoi esercitare, imparare e su cui puoi fare pratica nel tempo.

Ci sono 3 atteggiamenti che ti fanno immediatamente accorgere che vuoi modificare l’emozione del tuo bambino, prendendo ad esempio che provi paura:

  1. Ti lamenti, tra te e te o a voce alta, tutto quello che fai non fa calmare il bambino. Tu abbracci e accarezzi il bambino, ma lui non si calma.
  2. Vuoi spiegargli razionalmente perché non c’è nessun motivo di avere paura: gli dici i botti di capodanno fanno rumore e sono fastidiosi, ma non entreranno in casa, ma ti stupisci o innervosisci se questo non lo tranquillizza.
  3. Mentre il bambino manifesta la propria emozione di paura, continui a pensare alle cose che devi fare invece che stare lì con il bambino a consolarlo: i piatti da lavare, i panni da ritirare, il tuo libro da leggere, il lavoro da terminare.

 

Perché non è tuo compito modificare le emozioni di tuo figlio

Il tuo bambino è il vero artefice dei propri cambiamenti e risultati. Come comincia a camminare grazie ai propri tentativi, a parlare con i movimenti della propria bocca, e a leggere con l’esercizio del proprio cervello, così apprende a integrare le proprie emozioni e a sperimentare com’è averle nel corpo, accoglierle e, successivamente, poterle trasformare con l’accettazione che possono esistere e che lui sopravvivrà ad esse.

Vera, ma quindi il mio compito qual è?

Il tuo compito è essere la sua testimone, presente, vicina, premurosa, affettuosa, mentre vive queste emozioni e scopre che può farsi attraversare da esse e uscirne non solo vivo, ma anche rafforzato e cambiato.

Cosa fare quando ti accorgi che vorresti cambiare l’emozione di tuo figlio

Quando ti accorgi di utilizzare uno dei tre atteggiamenti che ho elencato qui sopra, che mira a modificare l’emozione del tuo bambino, sai che sei sconnessa da ciò che provi tu.

Occorre riportare lo sguardo verso l’interno e osservare cosa succede a te mentre tuo figlio prova, nel nostro esempio, la paura dei fuochi d’artificio.

Potresti sentirti molto coinvolta, e a disagio. O al contrario molto distaccata. Potrebbe esserci dentro di te una voce che ti dice: finché mio figlio prova questa emozione, io non sono una mamma adeguata, così farò tutto ciò che è in mio potere per fargliela cambiare.

Ed è qui che invece occorre che tu dica a te stessa: “Non è mio compito modificare questa sua emozione”.

Focalizzati su qualcosa che raggiunge i tuoi sensi.

Qualcosa che puoi udire, annusare, toccare, o provare nel corpo. Qualcosa che ti riporti al momento presente: l’odore della pelle del tuo bambino, il suolo sotto i piedi, la tensione alle spalle.

Qualcosa che ti ricordi quel che puoi fare per stare più comoda, se provi tensione, e alleggerirla. Questo scomporrà in frammenti più piccoli il problema se lo senti troppo pervasivo, e ti avvicinerà a tuo figlio se lo senti eccessivo nella sua manifestazione.

È possibile che a questo punto riemergano alcuni ricordi: magari non ti era consentito provare paura, da bambina, o al contrario gli adulti vicino a te erano così spaventati che anche tu provavi agitazione. Questi ricordi sono importanti soprattutto nella misura in cui tu ti concedi di poter dare un nome a ciò che provi quando ti eserciti a non modificare l’emozione di tuo figlio. Forse provi angoscia, o forse indifferenza.

Dare un nome a ciò che provi è il primo importante passo per concedergli di esistere, proprio come ti suggerisco di fare con tuo figlio!

Quando hai esercitato questo contatto con le emozioni che provi, e con quelle che prova tuo figlio, puoi aiutarlo a dar loro un nome ripetergli che tu sei con lui.
Non sono le parole che sentirà, non solo: sentirà la tua autentica presenza mentre lui prova disagio.

Questo superpotere di presenza emotiva, quando esercitato a sufficienza, può anche funzionare quasi all’istante, a seconda della sintonia che tu hai creato con il tuo bambino.

In quale momento senti che ti sarà più utile questo strumento?
Raccontamelo nei commenti!

Per accompagnarti nel trasformare le situazioni che portano ansia e sofferenza nella tua quotidianità con tuo figlio, ho scritto un eBook:
Come smettere di ripetere sempre gli stessi errori con tuo figlio.
Ti sarà utile a seminare il tuo giardino per una genitorialità serena, felice e soddisfacente, nel rispetto dei tuoi bisogni e di quelli di tuo figlio.

A martedì prossimo!
Vera Ghirardini

 

Bibliografia

FILLIOZAT, ISABELLE, Nessun genitore è perfetto, Edizioni Piemme, Milano 2011
KABAT-ZINN, MYLA e JON, Il genitore consapevole, Edizioni Garzanti, Milano 2014
MILLER, ALICE, Il dramma del bambino dotato e la ricerca del vero sé, Edizioni Bollati Boringhieri, Torino 2018
LUMERA, DANIEL e DE VIVO, IMMACULATA, La lezione della farfalla. 7 consapevolezze per rigenerarsi e scoprire un nuovo benessere, Edizioni Mondadori, Milano 2021
POLI, ENRICA FRANCESCA, Le emozioni che curano, Edizioni Mondadori, Milano 2019
ROTH, GENEEN, When food is love. Exploring the relationship between eating and Intimacy, Penguin Group, New York 1992
SIEGEL, DANIEL, PAYNE BRYSON, TINA, 12 Strategie rivoluzionarie per favorire lo sviluppo mentale del bambino. Una guida pratica con esercizi, schede e giochi, Edizioni Raffaello Cortina, Milano 2021
VITALE, SIMONA, Femminilità e abbondanza, Edizioni Amazon 2019

Vera Ghirardini

Ciao! Sono Vera Ghirardini, consulente genitoriale. Aiuto i genitori che si chiedono dove stanno sbagliando, a vivere con leggerezza e armonia, nel rispetto dei propri bisogni e di quelli dei propri figli
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