“Lo hai fatto apposta!”, e altre frasi che ti allontanano da ciò che desideri per tuo figlio.

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LO HAI FATTO APPOSTA!

Ti ricordi quando da bambino mamma, papà, maestra o nonni ti parlavano come se ti fossi comportato di proposito in un modo che loro disapprovavano? Come se tu volessi deliberatamente ferirli?

 

Io me lo ricordo benissimo! Mi sentivo lontana anni luce dalle persone che amavo di più, staccata da loro emotivamente.

 

Nasceva poi una sensazione di essere intrinsecamente sbagliata, ai loro occhi, e dunque ai miei.

 

Riesci ad immaginare che anche tuo figlio si senta allo stesso modo, ovvero che si senta sbagliato, quando senti che siete distanti emotivamente, e lui si comporta in un modo che disapprovi?

 

Magari gli parli in un modo seccato, immagini che avrebbe potuto fare LA COSA GIUSTA, ma no, ha scelto di fare quella sbagliata.

 

O magari, non riceve alcuna parola e cala il silenzio di disapprovazione.

 

A me è successo, da bambina!

 

Io mi ricordo di quei silenzi come una punizione. E per questa forma di silenzi non c’è qualcosa che di realmente risolutivo: il bambino comunque paga lo scotto dell’errore, con una distanza emotiva dall’adulto che gli fa credere di non essere meritevole di amore.

 

Hai ricordo anche tu di questi momenti di distanza siderale con i tuoi genitori?

 

Puoi immaginare che anche tuo figlio possa provare dolore quando si sente distante da te?

 

Vediamo insieme come incrementare la connessione con tuo figlio, per far sì che questa catena infinita di sofferenza, tramandata di genitori in figli da generazioni, possa spezzarsi.

 

Cosa vuol dire, punire i bambini?

 

Citando Alfi Kohn, autore di meravigliosi testi imperdibili sulla genitorialità:

 

Punire i bambini è, semplicemente, far sì che sperimentino qualcosa di spiacevole, o proibire loro di far qualcosa di piacevole.

Di solito con l’obiettivo di modificare il loro comportamento nel futuro.

Colui che punisce, li fa soffrire, in altre parole, per dar loro una lezione.

 

D’altro canto, se prendiamo in considerazione la definizione di vendetta:

vendétta f. [lat. vindĭcta «rivendicazione; liberazione; vendetta; castigo», der. di vindicare: v. vendicare]. – 1. a. Danno materiale o morale, di varia gravità fino allo spargimento di sangue, che viene inflitto privatamente ad altri in soddisfazione di offesa ricevuta, di danno patito o per sfogare vecchi rancori. 2. a. Castigo, punizione, e spec. la punizione divina. b. poet. Persecuzione.

 

Allora la punizione e la vendetta coincidono?

 

Pensa a frasi come:

 

Se non fai come dico io, ce ne andiamo subito dal parco.

Vai in camera tua.

Non ti sei comportato bene, niente tv per due giorni.

 

Puoi anche valutare che pronunciate in modo gentile siano frasi neutre, ma, se guardi più a fondo, osserverai che si tratta di un modo gentile di mascherare punizioni.

 

E se ancora più onestamente osservi i risultati di questi trattamenti, puoi constatare da te, che nella maggior parte dei casi non sono la soluzione definitiva per la situazione di cui si propongono esserlo.

 

Di norma, se ricordi la tua adolescenza, queste forme di atteggiamenti punitivi, anche se comunicati con la massima calma, potevano portare a due atteggiamenti:

 

1. Stratagemmi per evadere dalla situazione punitiva, anche tramite bugie. Avevo un’amica pazzesca in questo campo! Il numero di falsità che propinava ai genitori per fare comunque quel che desiderava era altissimo!

 

2. La scelta di adottare un comportamento integerrimo nella speranza di ottenere la tanto desiderata approvazione da parte dei genitori, e magari la fine di tali trattamenti iniqui. E se questa ti sembra una vittoria per un genitore, per me è tra i veri fallimenti da evitare. Se questo punto fosse il titolo di un libro, lo chiamerei: Come spegnere la linfa vitale di un figlio chiedendogli di essere ciò che non è in favore di ciò che vorremmo che fosse noi genitori.

 

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Questa la descrizione di una bambina di sei anni su come gli adulti trattano i bambini:

Gli adulti ottengono che i loro figli facciano ciò che vogliono allo stesso modo in cui le persone addestrano i cani. Sono solo i premi ad essere diversi.

foto di un cane in attesa del premio dal padrone

Le conseguenze sono solo una forma di manipolazione e controllo, che spesso danno ai bambini una mera illusione di scelta.

 

Che scelta c’è nel dire: “O entri in macchina ora oppure a casa non potrai giocare al tuo gioco preferito”?

 

Non è una scelta in alcun modo, si tratta di comunicare che o si fa come dice il genitore o si perde comunque qualcosa.

 

Dunque, per oggi, ti suggerisco di praticare un semplice esercizio.

 

Guarda il mondo con gli occhi di un bambino

 

Ti fermi mai a chiederti come un bambino percepisca la vita e le situazioni quotidiane? Prendere l’abitudine di esercitare questo tipo di sguardo accresce la facilità con cui ti connetti con empatia al vissuto di tuo figlio, rinsalda il vostro essere profondamente dalla stessa parte – ho scritto più approfonditamente su questo tema, in questo articolo, farà sì che tuo figlio si fidi di te perché si sente compreso e importante, e inoltre, porterà a far sì che tu stesso sia maggiormente pronto a trovare soluzioni o strategie che vanno bene per loro!

 

Prenditi qualche momento e immagina:

 

  • Com’è essere dell’altezza del tuo bambino? Ad esempio, un bambino di 2 anni, vedrai solo le ginocchia delle persone all’altezza dei tuoi occhi. Nulla sarà realmente accessibile.
  • Immagina di non avere idea di ciò che accadrà durante le giornate, di sentirti comunicare la prossima attività solo pochi minuti prima.
  • Immagina com’è di non poter soddisfare da te tutti i tuoi bisogni e di dover chiedere, e attendere, l’aiuto di qualcuno.
  • Di essere così eccitato per voler condividere qualcosa con chi ami e di ricevere un “non adesso!” o un “cosa vuoi?” come risposta.
  • Ascoltare le persone che pongono domande su di te ai tuoi genitori, invece che a te, come se non ci fossi.

 

Questi sono solo alcuni esempi, puoi fare questo esercizio con tuo figlio, o con ciascuno dei tuoi figli, immaginando quali sono le situazioni che incontrano nella loro giornata.

 

Scrivimi nei commenti com’è andata, cosa scopri nel fare questo esercizio. Mettere per iscritto queste riflessioni accompagna il processo trasformativo!

 

Per accompagnarti nel trasformare le situazioni che portano ansia e sofferenza nella tua quotidianità con tuo figlio, ho scritto un eBook.
Ti sarà utile a seminare il tuo giardino per una genitorialità serena, felice e soddisfacente, nel rispetto dei tuoi bisogni e di quelli di tuo figlio.

Puoi scaricare qui il mio eBook, è uno strumento che ho preparato per te, un distillato di ciò che ti serve per uscire dai soliti schemi che ti portano sofferenza nel relazionarti con i tuoi bambini.

 

A venerdì prossimo!

Vera

 

Bibliografia

FILLIOZAT, ISABELLE, Nessun genitore è perfetto, Edizioni Piemme, Milano 2011

JUUL, JESPER, Il bambino è competente, Feltrinelli Editore, Milano 2001

KABAT-ZINN, MYLA e JON, Il genitore consapevole, Edizioni Garzanti, Milano 2014

SAINTE MARIE, ELIANE, Clean Parenting, su coachingforwholeness.com

Sitografia

https://www.alfiekohn.org/ consultato l’ultima volta il 12 Agosto 2021

Vera Ghirardini

Ciao! Sono Vera Ghirardini, consulente genitoriale. Aiuto i genitori che si chiedono dove stanno sbagliando, a vivere con leggerezza e armonia, nel rispetto dei propri bisogni e di quelli dei propri figli
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